Ritorno al Bianco

L’artista contemporaneo che decide, consapevolmente o meno, di scegliere il linguaggio non figurativo per esprimere il proprio talento e’ destinato a scontrarsi con un pregiudizio molto forte prima di essere apprezzato dalla critica. Se da un lato, con i consueti settant’anni di ritardo, la pittura aniconica sta diventando familiare anche al grande pubblico (come testimoniano i crescenti successi delle mostre legate alle avanguardie storiche del ‘900, che stanno ormai superando in gradimento i soliti impressionisti) dall’altro e’ indubbio che una parte della cultura artistica “ufficiale” pensi che lo scoglio del gia’ visto sia quasi insormontabile per un giovane artista che, come nel caso di Thula, intenda cimentarsi con l’arte astratta o informale.

L’opera di Thula deve essere letta in questa chiave: senza affannarsi in improbabili ricerche di significati reconditi o di nascosti enigmi, ma lasciandosi semplicemente trasportare dalla piacevolezza di una pittura personale, riconoscibile e dal tratto notevolmente maturo. Certo, per chi non riuscisse a fare a meno di cercare a tutti i costi un rimando nelle opere astratte dei grandi del ‘900 e’ ben possibile trovare un richiamo, al quale tuttavia Thula aggiunge note nuove ed originali: questo rimando e’ infatti rintracciabile nelle opere di quel grande maestro che fu Giulio Turcato. Se nelle opere dell’artista di Mantova il colore pareva sgorgare liquido e sereno dalla tela per rapprendersi in polle e isole, nei quadri di Thula si cerca di andare oltre, esplicitando e forzando questa caratteristica liquida, sino a creare superfici che invitano al tocco per sincerarsi della loro natura solida. Turcato creo’ anche splendidi monocromi bianchi che, per rifarci all’importanza dell’elemento liquido prima espresso, chiamo’ “subacquei”. Anche in questo caso Thula cerca istintivamente di superare i limiti della tela e, nelle sue opere piu’ recenti, approda anch’essa al monocromo bianco aggiungendoci tuttavia una terza dimensione, facendo lievitare le forme come un puro impasto, in cui la luce possa giocare piu’ profondamente tra i rilievi.

Claudio BorghiDocente presso il Corso di Laurea in Economia dei Beni Culturali - Universita’ Cattolica del Sacro Cuore - Milano.(Claudio Borghi, con lo pseudonimo di ArtDMaster, firma anche i commenti a “Kn”, la piu’ letta discussione su internet riservata all’Arte Astratta Italiana)